MADE IN GERMANY 2.0: LA FLESSIBILITÀ È LA CHIAVE 

In qualità di responsabile del reparto Industrial Engineering del sito produttivo di Rehe, Philipp Ditthardt è responsabile dei settori Lean Management, layout di impianto industriale della produzione e dell'approvvigionamento di impianti esterni. 

La pressione sui siti produttivi tedeschi è enorme a causa dell'aumento dei costi di produzione. Per rimanere competitivi e offrire prodotti "Made in Germany", occorre tenere conto di molti fattori e i processi devono essere interconnessi in modo ottimale. Philipp Ditthardt spiega cosa bisogna tenere a mente.

Philipp Ditthardt, responsabile del reparto di Industrial Engineering del sito produttivo di Rehe © ABUS

Come deve essere allestito un sito di produzione per essere adatto al futuro? 

Philipp Ditthardt: "Mi vengono in mente tre parole chiave:  flessibile, scalabile e resiliente. Ciò significa che devo poter espandere o ridurre la capacità in un lasso di tempo molto breve. Durante la crisi del coronavirus, ad esempio, abbiamo dovuto rispondere rapidamente all'elevata domanda di lucchetti per bici.  

Anche l'automazione gioca un ruolo decisivo, soprattutto per i prodotti con elevato numero di pezzi. Abbiamo raggiunto il massimo livello di automazione nel montaggio dei cilindri, mentre l'assemblaggio finale di alcuni prodotti è molto più difficile da automatizzare per via dell'elevato numero di varianti.  

Il montaggio manuale richiesto per questo motivo rende assolutamente necessaria una progettazione efficiente delle isole di produzione e una perfetta organizzazione della logistica, perché altrimenti i costi sono difficili da rispettare. I nostri standard possono essere soddisfatti solo tramite un controllo di qualità al 100% dei nostri prodotti alla fine di ogni sistema di lavoro.

Per inciso, l'automazione non significa che le macchine possono sostituire le persone 1:1. I sistemi devono essere azionati, riempiti e i guasti vanno risolti. Abbiamo molti dipendenti che prima assemblavano lucchetti a mano, mentre ora sono in grado di gestire sistemi automatizzati grazie alla formazione continua"

Esistono processi produttivi "Made in Germany" che ci distinguono dalla concorrenza?  

Philipp Ditthardt: "La nostra costruzione di macchine e utensili impressiona sempre. Progettare e costruire internamente macchine personalizzate di questo livello, cioè impianti robotizzati e celle di produzione ad alta complessità, ad esempio per il montaggio dei cilindri, è qualcosa di speciale.  Questo ci permette di fornire alla produzione impianti su misura a costi competitivi. Inoltre, il know-how rimane all'interno dell'azienda e possiamo reagire rapidamente ai problemi o ai cambiamenti dei prodotti"

Quanto è importante il tema della sostenibilità nella configurazione dei processi produttivi? 

Philipp Ditthardt: "La sostenibilità sta assumendo un ruolo sempre più importante. Con il layout della fabbrica, evito sprechi e vie di trasporto inutili. Nei nostri capannoni utilizziamo solo illuminazione a LED e il nostro nuovo stabilimento 3 è dotato di un impianto fotovoltaico che ci permette di generare l'elettricità sufficiente a coprire l'intera produzione nelle giornate di bel tempo. Credo che il "Made in Germany" abbia avuto un periodo di magra. Catene di approvvigionamento inadeguate e costi logistici molto elevati provenienti dall'Estremo Oriente stanno contribuendo a un ripensamento da parte delle aziende. L'argomento è ormai un fattore importante anche nelle scelte d'acquisto dei privati, quindi anche in questo possiamo avere un impatto.  

Il concetto di sostenibilità, in combinazione con l'innovazione e le tecnologie a prova di futuro, offre un potenziale sufficiente per una nuova crescita qualitativa del 'Made in Germany'."

 

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